All’ombra del Castello di Collemancio

Lunghezza: 7,9 km
Durata: 2,30 ore circa
Dislivello +262 m / – 262 m
Difficoltà: T

Il trekking prende avvio dal parcheggio antistante il Castello di Collemancio, imponente costruzione in cui è possibile ancora oggi individuare il cassero – che proteggeva la porta d’accesso – le mura medievali, il Palazzo del Podestà con il carcere e la cappella di Santa Maria Nuova e la Chiesa di Santo Stefano del XIV secolo, a navata unica, che racchiude alcuni affreschi e una colonna romana.

Castello di Collemancio, foto di Clickart Paolo d’Antonio

Girovaghiamo brevemente per le caratteristiche vie del borgo prima di prendere il sentiero che si diparte dalla porta d’accesso in direzione nord, che corrisponde a parte dell’anello Collemancio-Bettona.

Una deviazione verso il pianoro introdotto da una salitella che si apre sulla destra è d’obbligo: si tratta del luogo su cui sorgeva Urvinium Hortense, città romana menzionata nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Rispetto ad altri centri della Valle Umbra al confine con l’Etruria come Assisi, Spello, Foligno e Bevagna, Urvinium Hortense e la vicina Bettona erano insediamenti piuttosto defilati, arroccati su pianori naturalmente difesi secondo un uso insediativo obsoleto, non più necessario con la pace stabilita. Le motivazioni che portarono alla scelta di questa posizione furono in primis la necessità di gestire le risorse boschive dell’entroterra dei Martani, ma anche la preesistenza di un monumentale edificio di culto.

Resti di Urvinium Hortense, foto di Clickart Paolo d’Antonio

Lo scavo è suddiviso in due saggi: il primo, in cresta al pianoro, si sviluppava lungo una grande strada lastricata secondo un disegno a spina di pesce e ancora oggi sono visibili i resti delle tabernae che vi si aprivano. Completa lo scavo una grande cisterna, articolata su più piani comunicanti, manifestazione di una notevole disponibilità di risorse economiche da parte della comunità locale. Dalla cisterna si diparte un condotto, direzionato verso il magnifico complesso termale con pavimentazione a mosaico oggi conservato presso il Museo della Città di Cannara.

Il secondo saggio, orientato verso i Monti Martani e il Sambro, presenta una domus articolata su più piani, che sfrutta sia le pendenze naturali dell’altura sia terrazzamenti sapientemente ricavati a quote diverse e ravvicinate.

Lasciamo il pianoro e proseguiamo lungo la strada bianca che, in breve, diventa un comodo sentiero nel bosco. La fitta vegetazione, in prevalenza cerri, ci accompagnerà lungo tutto il percorso, offrendo una passeggiata ombreggiata e rinfrescante.

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ASD Trekkify

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