L’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia è una delle eccellenze umbre e italiane anche in tema Covid, specialmente per il prodigarsi, per la preparazione e il rapporto dell’organico con i pazienti colpiti dal maledetto virus. Il senso del dovere e il bene verso gli altri sono i dogmi di chi se ne occupa quotidianamente e senza risparmiarsi. Infatti il personale e gli addetti di reparto, concetto esteso a tutte le strutture sanitarie regionali e nazionali, mettono ogni giorno a rischio la propria salute, agendo con amore e passione per il prossimo attraverso un comportamento responsabile e coraggioso che va ben oltre le proprie competenze contrattuali.
Gli Angeli del Covid. Questa è l’espressione che il vostro inviato lacustre sente più appropriata per definire tutti coloro che stanno dedicando il tempo della propria vita a combattere contro questa subdola malattia, per la quale ogni giorno viene messa a rischio la propria salute e incolumità . Immaginiamo un paziente che viene ricoverato per il maledetto virus, come gli possa cambiare improvvisamente il mondo: il ricovero da Covid ti isola fin da subito da tutto e tutti, ti fa sentire indifeso, vieta di ricevere direttamente i messaggi d’affetto e d’amicizia dei propri cari e l’unico rapporto possibile è con gli Angeli del Covid che sostituiscono, integrano, accudiscono, curano, confortano… in una maledetta corsa contro il tempo.
Le testimonianze
Nel raccogliere testimonianze e ascoltare le loro voci, c’è un coro unanime che svela che non si è solo stanchi fisicamente ma soprattutto dal punto di vista psicologico. Comunque si va avanti, responsabilmente. Un operatore sanitario del nosocomio perugino ci ha confidato: «Questa situazione ti mette soprattutto alla prova quando vedi il malato Covid che ha nei propri occhi la solitudine, la disperazione, l’incredulità di ospitare dentro di sé questo maledetto virus che spezza vite e quotidianità . Nei casi più gravi c’è soprattutto la paura di non farcela: è la forte sensazione di chi è ospitato nel letto del reparto tra i suoi mille pensieri. Lo vediamo con l’uso dell’erogatore dell’ossigeno assistito, i medicinali, le cure, le attenzioni dove il paziente, e si può capire, è tra mille incertezze per quello che potrebbe essere o succedere».
Un malato Covid si ritrova repentinamente catapultato in un mondo mai vissuto e sconosciuto, se non per sentito dire attraverso i media. Chi è ricoverato non ha il tempo di essere edotto fino in fondo rispetto a quello che sta accadendo, dove la velocità del decorso patologico è molto più scattante rispetto allo stato di fatto della consequenzialità cognitiva per la propria condizione.
Quando un paziente Covid, in via di guarigione, ci ha rivelato il suo stato d’animo e le impressioni scoperte all’insorgere della malattia, ci ha gettato violentemente in un quadro immaginifico molto realistico e drammatico al tempo stesso, raccontandoci le sue sensazioni: «L’oppressione del torace, la fatica a respirare, il respiro corto, la febbre alta, la fame spasmodica di ossigeno, sono alcune delle percezioni che ti fanno sembrare che la vita ti lasci da un momento all’altro e solo in quell’istante ci si rende conto che non ti saresti mai immaginato di affrontare una simile situazione… essere attaccato alla vita grazie ad un casco o ad una maschera per l’ossigeno per la ventilazione polmonare significa continuare a respirare e vivere, ma significa anche rimanere con il terrore negli occhi e nella mente, con la paura di addormentarsi per poi non svegliarsi più… e si può arrivare a perdere ogni tipo di speranza».
Ma in questi momenti sono fondamentali gli Angeli del Covid, l’anello di congiunzione e alleati che combattono insieme al malato questa battaglia per la vita, dove un sorriso e una mimica facciale di soddisfazione sono gli attimi più sereni ed emotivi che si possono donare: gli Angeli del Covid, bardati nelle loro tute protettive, prima ancora di loro stessi pensano agli altri.
Il virus si può contrarre involontariamente, nonostante gli accorgimenti più o meno responsabili ma il tono dissacrante e inaccettabile è di chi non le dà sufficiente importanza o valore, fregandosene del subdolo pericolo, credendo di essere al di sopra degli eventi e automaticamente inattaccabile. C’è chi in modo sfacciato, raggirando le accortezze e i consigli sanitari, mette a rischio la propria incolumità e soprattutto quella altrui.
Nello stesso modo ragiona il virus che se ne infischia di quello che uno crede di essere, cioè inespugnabile e invincibile. Lui sfacciatamente ti attacca e già sappiamo come andrà a finire tra i due duellanti. Per fortuna e per merito ci sono gli Angeli del Covid.
Anche le persone contagiate, che poco prima di essere ricoverate ostentavano un atteggiamento sciagurato, irresponsabile e tronfione, quando si sono ritrovate all’interno di un reparto Covid, hanno ammesso e recriminato sulla sottovalutazione fanatica che avevano fatto del pericolo.
Il Covid non fa sconti e non guarda in faccia a nessuno, non ci sono raccomandati o previlegiati, il virus potrebbe ledere tutti e, per chi ne è colpito, il rammarico, il rimpianto, il rimorso, il pentimento e il dolersi di quello che non si è fatto o si è fatto troppo, senza opportune remore e attenzioni, è evidente e scontato.
Per fortuna gli Angeli del Covid, quelli del reparto MIV-Covid 1 e UDI dell’Ospedale di Perugia, che porgono sempre una mano tesa alla vita e alla speranza che va oltre sé stessi.
Dobbiamo essere orgogliosi di contare su queste persone, vere eccellenze della sanità umbra: gli Angeli del Covid sono i soccorritori, le OSS, il personale infermieristico, i medici, il personale di servizio pulizie e amministrativo, tutto il corpo sanitario ma potremmo chiamarli semplicemente Cecilia, Chiara, Carmen, Antonella, Lorenzo, Francesco, Patrizia, Osman, Lucia, Chiara 1°, Edoardo, Carmela, Beatrice, Simone, Sabrina, Chiara 2°, Francesca, Letizia, Fabrizio, Gianni, Patrizia, Viviana, Claudia, Emanuela, Francesco, Aroldo, Clara, Giada, Morena, Daniele, le tirocinanti infermiere e molti altri… che, quando chiamati, ogni volta rispondono in coro: NOI CI SIAMO!
Un grande riconoscimento ed elogio dal vostro inviato lacustre, colpito dal virus, che è stato curato in modo efficace e amorevole dagli Angeli del Covid dell’Ospedale di Perugia con la certezza di estendere, con pari e solidale misura, un plauso a tutti quei presidi sanitari che operano con senso di dovere e responsabilità e sono accompagnati da un altissimo spirito di servizio fatto con dedizione e sentimento, per un clima favorente la risoluzione positiva della maggior parte dei casi Covid… come è successo a chi sta scrivendo.

C’è un altro aspetto del Covid da sottolineare, quello legato al paziente guarito. Spesso si instaura negli altri una strana iperbole in rapporto con chi è stato malato, una sorta di circospezione nei confronti di chi ha superato il virus e viene guardato con sospetto: non si può mai sapere! I rapporti con gli altri sono condizionati e diventano difficili, così il guarito, che si aspetta nel post malattia una carezza o una coccola dalle persone care o dagli amici di ben ritornato, viene a volte emarginato per delle altrui paure irrazionali e pregiudizi. Chi è guarito dal Covid è una persona che ha sviluppato le sue difese immunitarie e non andrebbe creata una situazione psicologica pesante in aggiunta a quella che ha già vissuto drammaticamente nel decorso della propria malattia. Non servono supplementi di inutili e sciocche discriminazioni!
Grazie a voi, Angeli del Covid, per quello che siete e per quello che state facendo!

Marco Pareti

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