Un viaggio nella natura tra Beato Angelico, Leonardo e Corot seguendo le tracce del Cantico di san Francesco

Abbiamo visitato la mostra alla Galleria Nazionale dell’Umbria (visibile fino al 15 giugno) e vi forniamo un assaggio sostanzioso di quello che potete vedere, girovagando tra le stanze dell’esposizione.

In occasione dell’ottavo centenario dalla composizione del Cantico delle Creature di san Francesco d’Assisi, tra i primi testi poetici in lingua volgare, la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia ospita la mostra Fratello Sole, Sorella Luna. La Natura nell’Arte, tra Beato Angelico, Leonardo e Corot dal 15 marzo al 15 giugno 2025.

L’esposizione. Foto Giulia Venturini

L’esposizione ha l’obiettivo di dare risalto, in maniera approfondita e suggestiva, alle diverse sfumature con le quali il Creato è stato osservato dalla sensibilità umana e reinterpretato nella visione artistica; infatti tra il XII e il XIII secolo ha luogo un’epocale trasformazione culturale in cui si inserisce il pensiero di san Francesco d’Assisi, e si affermano temi iconografici in cui la natura è descritta nelle vesti di una madre generosa, come nei cicli dei Mesi, che associano lo scorrere delle stagioni al lavoro umano.

Beato Angelico Giudizio Universale

In apertura di mostra figura il formidabile Giudizio Universale di Beato Angelico, prestito eccezionale dal Museo di San Marco di Firenze. L’artista decise di rinnovare la tradizionale iconografia inserendo, accanto a personaggi come la Madonna e san Giovanni Battista, figure del Vecchio Testamento vicine agli apostoli e ai santi fondatori degli ordini. La danza dei beati si fa portatrice di un’armonia particolarmente consona allo stile del pittore. Il percorso prosegue immergendosi nella visione idealizzata della natura attraverso pittori eccelsi della pittura classicista e barocca, da Annibale Carracci, con la Visione di Sant’Eustachio, a Giovanni Lanfranco, con l’Assunzione della Maddalena, dal Museo di Capodimonte a Napoli, scostandosi dal paesaggio ideale, per concedersi insolite asprezze; viene sancita così la riconciliazione definitiva dell’uomo con il mondo sensibile di cui la natura è massima estensione.

Leonardo da Vinci, il Codice Atlantico, studio sul volo degli uccelli e sul moto delle acque e dell’eco.

In contrapposizione all’arte medievale, che raffigura lo spazio naturale in modo sintetico e simbolico, la curiosità scientifica nei confronti del mondo naturale si sviluppa durante il Rinascimento e gli studi sulla propagazione della luce e dei meccanismi di percezione dei colori portano il genio di Leonardo da Vinci all’elaborazione della prospettiva aerea e allo sfumato: mirabile è il Codice Atlantico di cui giungono a Perugia due fogli dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano, fondamentale per lo studio del volo degli uccelli.
Si afferma la pratica di studiare dal vero piante e animali, raggiungendo vertici assoluti nel corpus grafico di Pisanello; i quattro disegni dell’artista provenienti dal Louvre di Parigi mostrano come il disegno diviene vero e proprio strumento di conoscenza; ulteriore elemento di conoscenza e di curiosità sono le Wunderkammern, le cosiddette camere delle meraviglie le cui raccolte derivano dai tesori delle chiese medievali e dagli studioli di nobili e umanisti, microcosmi completi che vogliono abbracciare tutto il visibile e il conoscibile.

Wunderkammern, “camere delle meraviglie”

I pittori sono colpiti anche dalle manifestazioni più spettacolari e impetuose della natura: uomini e pittori hanno da sempre provato un senso di smarrimento e terrore davanti alla maestosità della natura. Molti artisti hanno ritratto una natura selvaggia e ostile con fenomeni atmosferici violenti, dedicandosi allo studio della luce in particolari condizioni atmosferiche. I soggetti prediletti erano le tempeste, cieli plumbei e minacciosi, burrasche, naufragi, eruzioni vulcaniche e le cascate, come quella della Marmore, tappa obbligata del Grand Tour e meta privilegiata per i pittori stranieri come Camille Corot, dove il paesaggio diventa cassa di risonanza delle emozioni umane e manifestazione visibile dell’Infinito.

La cascata delle Marmore, Camille Corot

Ricca e variegata è la sezione che presenta la natura misteriosa descritta dall’abile pennello di pittori di enorme importanza nella storia dell’arte, quali Nicolas Poussin, William Hamilton, Donato Creti, Claude Lorrain e Giambattista Piranesi, fino alla chiusura della mostra, affidata alla Cascata delle Marmore, dipinta da Jean-Baptiste Camille Corot.

L’esposizione. Foto di Marco Giugliarelli

La mostra non termina con il capolavoro di Corot, ma nella sala immersiva adiacente in cui il visitatore, grazie all’uso di nuove tecnologie, riscopre il Cantico delle Creature, e ne comprende appieno il senso: il Cantico non è solo una preghiera, ma anche un’ode alla sublime bellezza della Natura, così come appare nei capolavori in mostra.


Orari di apertura: dal lunedì alla domenica 08.30 – 19.30 (ultimo ingresso 18.30)
Biglietti: intero € 12.00; ridotto € 2.00; gratuito per i possessori della card GNU e per gli aventi diritto.
Il biglietto include anche la visita alla Galleria Nazionale dell’Umbria
Informazioni: T +39 075 58668436; gan-umb@cultura.gov.it
Sito internet: www.gallerianazionaledellumbria.it

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