Festival Internazionale del Giornalismo, oltre 500 speaker, tra Premi Nobel, Premi Oscar, Pulitzer e figure iconiche del nostro tempo

Dal 9 al 13 aprile 2025, Perugia torna ad essere il punto di riferimento globale dellinformazione con la XIX edizione del Festival Internazionale del Giornalismo.

In un contesto segnato da guerre, autocrazie, plutocrazie che hanno ridisegnato un nuovo ‘disordine mondiale’ e creato un caos informativo senza precedenti, le eccellenze del giornalismo, dellattivismo, della ricerca accademica, scientifica e tecnologica da ogni parte del mondo si danno appuntamento a #ijf25, il festival fondato e diretto da Arianna Ciccone e Chris Potter. Oltre 500 speaker, tra Premi Nobel, Premi Oscar, Pulitzer, figure iconiche del nostro tempo, pluripremiati reporter, pionieri dell’innovazione mediatica e voci autorevoli del settore, sono pronti a confrontarsi in più di 200 panel per ridefinire i confini dell’infosfera e tracciare un quadro aggiornato della geopolitica dellinformazione, alla luce dei profondi cambiamenti globali e delle ultime evoluzioni tecnologiche.

Attraverso dibattiti, reportage e testimonianze dirette, verranno analizzate le implicazioni dei conflitti in corso in Medio Oriente, Europa, Africa e Asia, con particolare attenzione alle situazioni in Ucraina, Palestina, Sudan e Siria, e al loro impatto sul diritto internazionale e sui diritti umani.

Al centro del programma: le guerre, la crisi del diritto internazionale, il crollo globale del finanziamento al giornalismo, accelerato dalla sospensione dei fondi USAID; la crisi della libertà di stampa, tra leggi repressive e attacchi ai media indipendenti; la manipolazione dellinformazione nellera dellIA, con piattaforme che ridefiniscono la realtà stessa; la pressione degli oligarchi nei media e il declino delleditoria indipendente; le inchieste giornalistiche che sfidano il potere, dai crimini di guerra in Ucraina ai regimi repressivi nel Medio Oriente; le donne nel giornalismo investigativo e il coraggio di raccontare storie censurate.

Si discuterà anche del ruolo cruciale dellinformazione nella crisi climatica, della necessità di modelli editoriali sostenibili per garantire il futuro del giornalismo indipendente e del crescente impatto dellintelligenza artificialesulla produzione e diffusione delle notizie. Il dibattito toccherà inoltre il tema della fiducia nel giornalismo e delle strategie per riconquistare il pubblico in un’epoca di polarizzazione e campagne di disinformazione su larga scala.

Come di consueto sarà dedicato spazio ai temi dei diritti umani, esplorando il legame tra giornalismo e giustizia sociale: dall’uguaglianza di genere alla rappresentazione delle minoranze nei media, fino alla denuncia della violenza sessuale nei contesti di guerra e repressione. Fino a identificare e analizzare la nuova era dei broligarchi, la stretta élite di miliardari tecnocrati che ridefinisce gli equilibri del potere tra media, tecnologia e politica.

#ijf25 metterà in luce il modo in cui l’informazione sta cambiando sotto la pressione di nuovi attori.

Tra gli speaker internazionali di questa edizione #ijf25 sono attesi:

Maria Ressa: Premio Nobel per la Pace 2021

A poche settimane dallarresto di Duterte nelle Filippine, torna al Festival Internazionale del Giornalismo la vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2021, Maria Ressa, simbolo globale della lotta per la libertà di stampa e contro la disinformazione. Perseguitata e arrestata dal governo filippino per le sue critiche all’ex presidente Rodrigo Duterte e alla sua brutale “guerra alla droga”, Ressa ha dovuto affrontare numerosi procedimenti giudiziari, pagando la cauzione dieci volte per rimanere in libertà, mentre Rappler, il sito di informazione da lei fondato, diventava bersaglio di campagne di discredito orchestrate sui social media. A #ijf25, Maria Ressa commenterà in live gli sviluppi legati all’arresto di Duterte, offrendo un’analisi delle implicazioni politiche e delle sfide per la libertà di stampa nelle Filippine e nel mondo.  Ressa sarà protagonista del panel Broken trust: time to abandon a manipulated metric, in cui metterà in discussione l’attuale concetto di fiducia nel giornalismo, evidenziando come Big Tech e attori politici abbiano manipolato la narrazione sulla crisi della fiducia per attaccare i media indipendenti. La discussione presenterà i risultati di una ricerca condotta dall’International Center for Journalists e dall’International Fund for Public Interest Media, che analizza il legame tra la demonizzazione del giornalismo indipendente, la disinformazione digitale e il calo della fiducia nell’informazione.

Julie Pace: Direttrice Esecutiva Associated Press, due volte Premio Pulitzer

Julie Pace è Senior Vice President ed Executive Editor di The Associated Press, alla guida di una delle più influenti agenzie di stampa del mondo. Dal 2021, sotto la sua direzione, l’AP ha ampliato significativamente la propria offerta digitale, ha vinto due Premi Pulitzer e ha prodotto un documentario sulla guerra in Ucraina, nominato agli Oscar e ai BAFTA. Se c’è una giornalista che conosce a fondo le dinamiche della Casa Bianca, è proprio Julie Pace. Con l’insediamento di Trump, il rapporto tra stampa e presidenza è cambiato radicalmente. The Associated Press, tuttavia, ha mantenuto salde le proprie linee guida, consolidando la sua reputazione di punto di riferimento globale per l’informazione.

Yuval Abraham: Premio Oscar 2025 per “No other land”

Yuval Abraham, giornalista e regista, Premio Oscar 2025 per il documentario “No Other Land” (che sarà proiettato al Festival), il film che ha co-diretto con Basel Adra, Hamdan Ballal e Rachel Szor, collettivo israelo-palestinese che, in cinque anni di riprese sul campo, ha documentato gli sforzi di Basel Adra e di altri attivisti palestinesi per opporsi alla distruzione dei loro villaggi nativi in Palestina e Cisgiordania, sacrificati per lasciare spazio a zone di addestramento militare e insediamenti israeliani in espansione.

Alsu Kurmasheva: giornalista ostaggio del regime russo

Alsu Kurmasheva è una giornalista di Radio Free Europe/Radio Liberty che ha pagato con la prigione il suo impegno per la libertà di stampa in Russia. Dopo essere stata multata per non aver registrato il suo passaporto statunitense, Alsu Kurmasheva è stata arrestata nell’ottobre 2023 con l’accusa di non essersi dichiarata “agente straniero”. Pochi mesi dopo, a dicembre, il regime di Putin ha avviato contro di lei un terzo procedimento per “diffusione di informazioni false” sull’esercito russo. Sottoposta a un processo-lampo e segreto, nel luglio 2024 è stata condannata a sei anni e mezzo di carcere.

Lydia Cacho: giornalista messicana tra le più premiate al mondo

Imprigionata, torturata e costretta all’esilio, Lydia Cacho Ribeiro, tra le giornaliste investigative più premiate al mondo e una delle voci più autorevoli nella difesa dei diritti umani, nella sua carriera ha sfidato i poteri forti del Messico, denunciando con inchieste coraggiose il traffico di esseri umani, la corruzione politica e la violenza di genere. Autrice di venti libri tradotti in numerose lingue, è un punto di riferimento globale per il giornalismo investigativo su criminalità organizzata, diritti umani e libertà di espressione. Ha ricevuto oltre 60 riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio UNESCO/Guillermo Cano per la libertà di stampa e il titolo di IPI World Press Freedom Hero.

Hadi al-Khatib: la tecnologia al servizio della giustizia che ha capovolto il regime di al-Assad

Hadi al-Khatib, esperto di tecnologia e giornalismo investigativo, partecipa a #ijf25 per raccontare come la raccolta e la verifica di prove digitali possano trasformarsi in strumenti di giustizia internazionale. Fondatore di Syrian Archive e Mnemonic, ha utilizzato tecnologie avanzate e fonti aperte per documentare violazioni dei diritti umani in Siria e in altri scenari di guerra. Grazie al suo lavoro, la Francia ha emesso un mandato darrestocontro Bashar al-Assad per l’attacco chimico a Ghouta, segnando un punto di svolta nella lotta per la giustizia internazionale.

Christina Assi: la foto-giornalista libanese simbolo della resilienza

Il 13 ottobre 2023, Christina Assi, fotogiornalista e photo editor libanese dell’Agence France-Presse (AFP), è stata colpita dal fuoco di un carro armato israeliano mentre documentava gli scontri nel sud del Libano. L’attacco ha ucciso il suo collega e amico Issam Abdallah, giornalista di Reuters, e ha ferito altri reporter presenti sul campo. A #ijf25, Christina Assi sarà in conversazione con Phil Chetwynd, Global News Director di Agence France-Presse.

Giornalismo narrativo da Premio Pulitzer con Nathan Thrall

Il Festival Internazionale del Giornalismo ospiterà l’incontro con Nathan Thrall, vincitore del Premio Pulitzer 2024 per la saggistica, autore del bestseller internazionale A Day in the Life of Abed Salama. Il libro, tradotto in oltre due dozzine di lingue e acclamato dalla critica, racconta con straordinaria profondità una storia di dolore e ingiustizia in Palestina, intrecciando il personale e il politico in un reportage unico. A intervistarlo sarà Jodie Ginsberg, CEO del Committee to Protect Journalists e voce autorevole nella difesa della libertà di stampa a livello globale.

Giornalismo italiano e disordine globale: conflitti, crisi del diritto internazionale e sfide dell’informazione

Nel fine settimana conclusivo del festival, dal pomeriggio di sabato 12 aprile, il programma in lingua italiana ospiterà alcune delle voci più autorevoli del panorama giornalistico, accademico e culturale nostrano, per affrontare temi centrali del nostro tempo. Soprattutto si parlerà delle guerre in atto e della conseguente crisi del diritto internazionale.

La crisi del diritto internazionale è al centro del dibattito globale. Dall’invasione russa dell’Ucraina alla guerra a Gaza, le norme che dovrebbero regolare la guerra e proteggere i civili vengono sistematicamente ignorate o reinterpretate. Quali sono le conseguenze quando la legalità internazionale diventa un’opzione anziché un principio vincolante? L’Europa, intanto, è costretta a ripensare sicurezza e difesa, mentre l’allontanamento degli Stati Uniti dalle alleanze transatlantiche impone una maggiore autonomia strategica. Nel panel Dall’Ucraina a Gaza: il diritto internazionale sotto attacco, Paola Caridi, esperta di Medio Oriente, Francesca Mannocchi, giornalista che ha raccontato i conflitti sul campo, Nello Scavo, reporter d’inchiesta di Avvenire, e Giulio Fedele, analista delle dinamiche giuridiche globali, analizzeranno come il diritto internazionale stia vacillando sotto la pressione delle guerre e delle nuove alleanze geopolitiche.

La guerra sarà al centro anche dell’appuntamento con Francesca Mannocchi, corrispondente italiana dai fronti di conflitto. L’incontro si aprirà con la proiezione del suo ultimo documentario Lirica Ucraina (Fandango), che racconta la resistenza e il dolore attraverso la testimonianza dei sopravvissuti alla devastazione russa e con la consueta ricercatezza narrativa del contrappunto musicale. Dopo la proiezione, la regista salirà sul palco #ijf25 assieme al musicista Iosonouncane, autore della colonna sonora, per approfondire l’importanza di documentare il dolore senza cedere alla spettacolarizzazione.

Lo scrittore e giornalista Roberto Saviano porterà a #ijf25 un monologo esclusivo dal titolo emblematico: Resistere!

Roberto Saviano

Stefania Battistini, Lucia Goracci e Nello Scavo, tra le voci italiane più autorevoli del giornalismo di guerra, porteranno a #ijf25 la loro esperienza diretta, nell’affrontare le sfide della censura, delle minacce sul campo e della necessità di preservare un’informazione indipendente. Sempre in prima linea nei conflitti e nelle crisi globali, Battistini (RAI – Tg1) ha seguito la guerra in Ucraina fino a diventare bersaglio di un mandato di arresto russo. Goracci (RAI – Tg3), corrispondente di lungo corso, ha raccontato le guerre in Medio Oriente, dall’ascesa dell’ISIS ai conflitti in Siria, Iraq e Afghanistan. Scavo (Avvenire), reporter d’inchiesta pluripremiato, ha documentato terrorismo, migrazioni e violazioni dei diritti umani su scala internazionale.

Raccontare la guerra a Gaza è una sfida senza precedenti: testimonianze rare, restrizioni e pressioni rendono ogni parola un atto di resistenza. Francesca Caferri, corrispondente estera di la Repubblica, Safwat al Kahlout, corrispondente di Al Jazeera fuggito da Gaza, Roberto Cetera, inviato de L’Osservatore Romano, ed Enrico De Angelis, esperto di media arabi, nell’incontro Gaza: le parole per dirlo analizzeranno le difficoltà nel narrare il conflitto, tra censura, distorsioni e il ruolo dell’informazione indipendente.

La caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria apre interrogativi sul futuro del Paese e sul ruolo dei media indipendenti in un contesto in trasformazione. Quali voci stanno emergendo, dentro e fuori la Siria? Come cambieranno gli equilibri politici e l’accesso dell’informazione internazionale? A #ijf25 Asmae Dachan, collaboratrice di Avvenire e L’Espresso, Fouad Roueiha, voce storica delle radio comunitarie, ed Eva Ziedan, esperta di patrimonio culturale, analizzeranno le nuove narrazioni sulla Siria, in un dibattito che sfida il silenzio mediatico degli ultimi anni. Da due anni, il Sudan è teatro di un conflitto brutale tra due generali rivali, con conseguenze devastanti: milioni di persone sfollate, carestie in aumento, un numero imprecisato di morti e stupri di guerra. Nel silenzio della comunità internazionale, il Paese è travolto da una pulizia etnica che nessuno sembra in grado di fermare. Attraverso il giornalismo di inchiesta e le testimonianze sul campo raccolte da due voci esperte di Africa sub-sahariana e  Medio Oriente, Antonella Sinopoli, firma di Nigrizia e Valigia Blu e Laura Silvia Battaglia al-Jalal, reporter in aree di crisi e autrice per Rai Radio 3, il panel La guerra in Sudan, un genocidio armato da paesi stranieri offre una lettura approfondita sulle cause, responsabilità e conseguenze di un conflitto dimenticato.

Si parla di Europa in crisi nel panel Il Sogno Europeo. In un contesto geopolitico sempre più complesso, alcuni paesi ai confini dell’Unione Europea aspirano a diventarne membri, mentre in altri domina lo scetticismo sulle reali possibilità di adesione. L’Ucraina, la Moldova, la Georgia e i Balcani occidentali affrontano sfide uniche nel loro percorso verso l’UE, tra difficoltà interne, pressioni esterne e società civili che spingono per il cambiamento. Ucraina, Georgia, Balcani occidentali: qual è il futuro dell’allargamento dell’UE? E quale impatto avranno le scelte delle élite politiche europee e le aspirazioni delle società dei paesi candidati su questo processo? A #ijf25 rispondono Andrea Braschayko, giornalista freelance per Valigia Blu, Osservatorio Balcani Caucaso e altre testate italiane ed europee, Luisa Chiodi, direttrice di Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa (OBCT), Luna De Bartolo, corrispondente freelance da Tbilisi per La Repubblica, Aleksej Tilman, giornalista freelance specializzato in politica e società del Caucaso, collaboratore di Meridiano 13 e Valigia Blu.

Uno spazio fondamentale sarà dedicato anche alla politica italiana e internazionale. La storica e scrittrice Premio Campiello Benedetta Tobagi e il giornalista ed editorialista Marco Damilano analizzeranno l’evoluzione della società italiana, mentre l’inviata del Corriere della sera Viviana Mazza, la giornalista volto di SkyNews UK Barbara Serra, Marco Arvati firma della Harvard Business Review Italia e Valigia Blu, con Jacopo Di Miceli autore di Manuale per fabbricare una teoria del complotto (People, 2024), affronteranno l’ascesa del ‘trumpismo’ e il pericolo di un nuovo fascismo globale.

L’Italia meloniana è al centro dell’incontro con Dino Amenduni, comunicatore politico; Vitalba Azzollini, giurista e membro del Comitato Scientifico del Policy Observatory della Luiss; Adriano Biondi, condirettore e caporedattore dell’area politica di Fanpage.it; e Annalisa Cuzzocrea, firma di Repubblica ed ex vicedirettrice de La Stampa. A due anni dall’insediamento del governo Meloni, le riforme su giustizia, sicurezza e autonomia regionale hanno ridefinito il panorama politico italiano, sollevando interrogativi sul loro impatto istituzionale e sui diritti fondamentali. Gli speaker analizzeranno le trasformazioni in corso, valutandone le conseguenze politiche, sociali ed economiche e tracciando scenari futuri per il Paese.

L’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca ha segnato l’inizio dell’era dei “broligarchi”, un neologismo che combina “bro/brother” e “oligarchi” per descrivere l’ascesa di una ristretta élite di miliardari tecnocrati che esercitano un’influenza senza precedenti sulla politica e sull’economia globale. Questa nuova classe dirigente, rappresentata da figure come Elon Musk, ha consolidato il proprio potere attraverso alleanze strategiche e il controllo di risorse chiave, spesso a scapito delle istituzioni democratiche tradizionali. Se ne parla con Leonardo Bianchi, autore di Le prime gocce della tempesta. Miti, armi e terrore dell’estrema destra globale (Solferino); Fabio Chiusi, giornalista, ricercatore e autore di L’uomo che vuole risolvere il futuro. Critica ideologica di Elon Musk; Arianna Ciccone, cofondatrice e direttrice dell’International Journalism Festival e di Valigia Blu; e Carola Frediani, esperta di cybersecurity e cofondatrice di Guerredirete.it.

L’intelligenza artificiale è al centro di un acceso dibattito globale: quali sono i limiti etici e le regole necessarie per garantirne un uso responsabile? Francesca Rossi, tra le massime esperte mondiali di etica dell’IA, Carola Frediani, giornalista e tecnologa della sicurezza informatica, e Andrea Daniele Signorelli, giornalista esperto di tecnologia e politica, analizzeranno le implicazioni dell’AI Act, il confronto tra le visioni di Europa, USA e Cina e l’impatto geopolitico della rivoluzione tecnologica in corso.

L’attenzione si sposterà poi sulle trasformazioni digitali che stanno ridefinendo le nostre vite con Enrico Pedemonte e Fabio Chiusi. Seguendo il percorso tracciato nel libro di Pedemonte La Fattoria degli Umani (Treccani), il dibattito parte dal 2005, un anno cruciale in cui la diffusione di Internet e dei social media ha coinciso con il declino delle democrazie, l’aumento della polarizzazione politica e la crescita dei conflitti globali. che analizzeranno il ruolo dell’IA nella ridefinizione delle nostre vite.

Esistono le cosiddette “zone di sacrificio”, dove il giornalismo investigativo sfida gli interessi economici che mettono a rischio diritti e ambiente. Il workshop Zone di sacrificio: libertà di informazione e giornalismo investigativo, propone un dialogo aperto e strumenti pratici per chi opera in contesti di crisi, favorendo un approccio sinergico tra giornalisti, esperti legali e organizzazioni indipendenti. Saranno presentate esperienze concrete di cross-border journalism e inchieste collaborative con il contributo di Christina Badde (Correctiv Europe), esperta di giornalismo collaborativo transnazionale ed engagement, Ernesto Belisario (E-Lex), specialista in diritto digitale e supporto legale per giornalisti, e Rosy Battaglia, giornalista freelance e co-produttrice dell’inchiesta Taranto Calling, realizzata con Cittadini Reattivi.

Il programma #ijf25 includerà anche discussioni su tematiche culturali, di genere e di rappresentazione mediatica. Amalia De Simone, videoreporter d’inchiesta di Rai 3, e Giulia Blasi, scrittrice e attivista, analizzeranno le distorsioni della narrazione sui media, il ruolo degli stereotipi patriarcali e le implicazioni di genere nella rappresentazione della violenza, nel panel Crimine e pregiudizio: come raccontiamo la violenza quando a colpire è una donna.

Nel panel Maschilità: come raccontarla, come leggerla, come cambiarla, Francesca Cavallo, scrittrice e coautrice del bestseller Storie della buonanotte per bambine ribelli, esplorerà nuovi modelli di maschilità attraverso il suo ultimo libro Storie spaziali per maschi del futuro. A confrontarsi con lei Roberta Giuili, giornalista di Sky TG24 e autrice del documentario Ritratto Familiare, che indaga la violenza di genere e le sue radici culturali. Modera l’incontro Pasquale Quaranta, primo Diversity Editor d’Italia e pioniere del giornalismo inclusivo.

Le Karma B, icone della comunicazione queer, saranno protagoniste del panel Le notizie col trucco, dimostrando come il make-up possa trasformarsi in uno strumento di resistenza contro la censura e di divulgazione creativa per rendere accessibili temi complessi anche in contesti repressivi.

Spazio anche alla trasformazione del panorama mediatico italiano con il panel Le nuove voci afrodiscendenti sfidano gli stereotipi del racconto mediatico italiano. Leila Beldhaj Mohammed, giornalista freelance e attivista transfemminista esperta di migrazioni e diritti umani, Nogaye Ndiaye, divulgatrice di origine senegalese e autrice di Universo Parallelo (People, 2024), e Hillary Esi Akoun, brand manager e team leader di Essere Nero, la più grande community social italiana sulla cultura nera, discuteranno di come i media italiani stiano cambiando grazie all’emergere di nuove voci afrodiscendenti. Modera il panel Jessica Cugini, giornalista di Nigrizia ed esperta di migrazione e cittadinanza.

Amedeo Balbi, astrofisico e autore di Su un altro pianeta (Rizzoli, 2022), Marco Motta, giornalista scientifico e conduttore di Radio3 Scienza, ed Elisabetta Tola, data journalist e cofondatrice di formicablu e Facta.eu, porteranno il pubblicsul pianeta della divulgazione scientifica, perché parlare di scienza, soprattutto di astrofisica, richiede linguaggi e strategie efficaci per renderla accessibile e coinvolgente. Gli speaker esploreranno le sfide della comunicazione scientifica tra radio, social media ed eventi pubblici.

Festival del Giornalismo edizione 2023

In occasione del suo 50° anniversario, Amnesty International Italia propone a #ijf25 la proiezione del documentario HUMAN LIGHTS (30 min), un racconto attraverso immagini d’archivio, testimonianze e contributi di attivisti e volontari che hanno segnato mezzo secolo di storia della sezione italiana dell’organizzazione. Il film offre uno sguardo sulle lotte per i diritti umani che hanno attraversato generazioni, con interventi di Valeria Solarino ed Elio Germano, sostenitori delle campagne di Amnesty, e le voci di chi ha vissuto in prima linea questo impegno, tra cui Riccardo Noury, da quasi 20 anni portavoce di Amnesty Italia. Segue il dibattito con il regista Fabio Masi e Riccardo Noury, moderato dalla giornalista Francesca Schianchi, per approfondire il ruolo delle piazze, il valore della protesta e il futuro delle battaglie per i diritti umani in Italia e nel mondo.

Dopo cinque giorni di dibattiti serrati, inchieste coraggiose e riflessioni sulle grandi sfide dell’informazione, #ijf25 chiude con l’ultimo appuntamento della XIX edizione: il Lercio Live Show, un momento per concedersi una risata anche sui limiti e gli errori del giornalismo. Perché, in un mondo sempre più dominato dalla disinformazione, la satira rimane un potente strumento di analisi e resistenza. Il celebre collettivo di Lercio.it smonterà con intelligenza e sarcasmo il paradosso delle fake news, tra notizie improbabili, annunci surreali e il quiz Vero o Lercio, che metterà alla prova la capacità del pubblico di distinguere il reale dall’assurdo. Sul palco, le firme storiche di Lercio – Alfonso Biondi, Vittorio Lattanzi, Andrea Michieletto e Augusto Rasori – per una chiusura che invita a riflettere, ridendo, sui confini sempre più labili tra verità e finzione nell’era della post-verità.


Il programma completo